Di tappeti volanti si parla per la prima volta in un’iscrizione rinvenuta a nei monti Elbur.
La storia racconta che il vecchio Sharkàn, alchimista e maestro nella lettura del Talmud, stupì la regina di Saba.
Dopo l’incoronazione le regalò un piccolo tappeto che poteva librarsi da terra fino all’altezza delle orecchie di un cavallo.
La regina rimproverò Sharkàn perché il popolo per giorni non parlò di altro e mancò di onorarla come lei desiderava.
L’anziano talmudista chiese scusa e proseguì gli esperimenti volanti di nascosto. Alcune antiche illustrazioni mostrano cieli stellati attraversati dalla figura di un uomo seduto sopra un arazzo.
Molti anni dopo re Salomone nella stanza dei libri si accorse di un meraviglioso tappeto. Era di seta verde, con ricami d’oro e d’argento, tempestato di minuscoli zaffiri e turchesi, intrecciato con fili immersi nel rosso delle cocciniglie raccolte nei giardini di Kashan.
Le sue dimensioni erano cinque volte quelle dei tappeti destinati al corredo dei Cavalieri del Sorriso. Salomone si accomodò al centro e cominciò a scrivere il libro dei Proverbi, quando a un tratto si trovò a volare sopra la città e poi più in alto delle nuvole.
Il tappeto seguiva i suoi occhi, lo portava in l’alto se mirava al cielo, e in basso se cercava le fontane luccicanti tra le case. Poteva spostarsi ad una velocità superiore del vento.
Si dice che un tappeto volante sia tessuto su un telaio normale, ma che le sue tinture hanno poteri magici; tinture realizzate con un particolare tipo di argilla con proprietà magnetiche e, dato che la terra è un magnete, deteneva la capacità di librarsi diverse centinaia di metri dal suolo.
Altre versioni narrano che è stato Dio a donare a Salomone il tappeto magico. Il tappeto volò rapidamente, portando Salomone da Damasco a Media in poche ore. Il tappeto poteva trasportare fino a 40.000 uomini.
Un giorno, Dio, contrariato dalla presunzione di Salomone, per punirlo scuote il tappeto e tutti i 40.000 uomini volano via, trovando la morte.
Non avendo un documento che ne attesti ufficialmente l’aspetto, abbiamo reinterpretato un antico tappeto di Ardabil e noi ce lo immaginiamo così.


